La Domenica di Pasqua è il giorno de “I Sampauluna”, giganti in cartapesta che rappresentano gli Apostoli,
che attraversano il corso principale della Città durante la
rappresentazione del giorno della Resurrezione di Gesù Cristo, curata
con notevole impegno e abnegazione dall’Associazione “Giuseppe Amico
Medico”.
Sino al 1852, i Sampauluna erano
impersonati solitamente da sacerdoti o frati. Tuttavia, nel 1846 si
pensò di costruire questi giganti processionali. L’artista Michele Butera
ricevette, a titolo di caparra per la loro costruzione, 1 onza e 25
tarì, ai quali furano aggiunti altri 8 onze e 28 tarì, nel 1851- 1852,
per terminarli.
“I Sampauluna”, sono giganti con il capo in cartapesta,
il corpo cavo con un telaio ricoperto dalle vesti, al cui interno si
colloca un portatore, il quale riesce a vedere tramite una fessura posta
all’altezza degli occhi.
Rappresentano gli undici Apostoli, che il giorno di Pasqua vanno incontro al Cristo risorto. La loro dimensione, rappresenta la grande fede.
Rappresentano gli undici Apostoli, che il giorno di Pasqua vanno incontro al Cristo risorto. La loro dimensione, rappresenta la grande fede.
L’andatura ritmata de “I Sampauluna”,
scandita dal suono gioioso della banda musicale, annuncia la fine delle
sofferenze, che hanno caratterizzato l’intera Settimana Santa.
Generalmente intorno alle ore 17.00, ha inizio la rappresentazione. Nei pressi del Santuario di Santa Maria delle Grazie, retta dai Padri Mercedari, è ricomposto il “Cenacolo”, il luogo, cioè, in cui gli Apostoli si riunirono dopo la morte del loro Maestro, Gesù.
Allo sparo dei mortaretti, inizia una sequenza che rievoca i momenti principali della resurrezione:
dall’annuncio dell’Angelo a Maria Maddalena della resurrezione del
Cristo, all’arrivo al Sepolcro di Maria, Madre di Gesù, con gli Apostoli
Pietro e Giovanni, che per primi apprenderanno la notizia della
resurrezione di Gesù.
La Maddalena va al sepolcro, dove era stato seppellito Gesù, rappresentato dall’antico altare allestito presso una cappella detta “U Signuri Scitatu”, ossia il Signore Risuscitato, e, trovandolo vuoto, corre subito ad avvisare la di Lui Madre, che rimane incredula, tanto che, per tre volte consecutive, contrassegnate da tre ulteriore spari, la Maddalena fa avanti e indietro tra Madre e Figlio. Solamente la terza volta, accompagnata dall’Apostolo Pietro e dall’Apostolo Giovanni, la Madre di Gesù, Maria, si convince a recarsi al Sepolcro.
Ecco, dunque, da una strada laterale arrivare il simulacro di Cristo Risorto, che finalmente incontra la Madre.
Significativo è l’incontro del Cristo
con l’Apostolo Tommaso, che inizialmente non crede alla resurrezione.
Lungo il corso, portato a spalla il simulacro di Cristo incontrerà
l’Apostolo S. Tommaso davanti la Chiesa del Rosario: S. Tommaso rimane
dietro rispetto al gruppo degli altri Apostoli, appositamente, per
simulare la sua incredulità, ma alla fine si avvicinerà e si inchinerà
al Risorto.
La corsa degli Apostoli Pietro e Giovanni, con l’arrivo al Sepolcro del discepolo più giovane per primo e l’incredulità di Tommaso, sono episodi tratti dal Vangelo; mentre l’episodio dell’incontro tra Madre e Figlio è di chiara ispirazione popolare.
- Testo tratto dal sito "Pasqua Sancataldese".
- Foto tratte dal Gruppo Facebook "Settimana Santa Sancataldese".